giovedì 5 luglio 2012

Mademoiselle la Poésie

All'alba di un giorno d'aprile Mademoiselle la Poésie si recò alla sief a cogliere le prime roselline selvatiche di macchia e Monsieur le Théâtre, che passava per quelle strade prospicenti la macchia, attratto dalla grazia di Mademoiselle la Poésie, da gentil man tale come egli era, le si avvicinò, la salutò, le sorrise e le disse: "Bonjour qu'est-ce que vous faites mademoiselle?". In breve tra i due nacque una storia, una passione cosi forte e cosi coinvolgente che aveva superato tutte le mode, le filosofie e le politiche, una passione senza tempo e senza scampo.
Ma come nelle favole brutte, prese alloggio da quelle parti una tal signora che noi chiameremmo madame la Télévision, ma siccome il francese è un po' troppo elegante per suddetta signora, noi la chiameremo più propriamente the lady Television.
Allora the lady Television fece costruire un palazzo altissimo di vetri e di cemento e dall'alto delle sue stanze guardava con astio, con acredine questo edilio sulla terra tra Mademoiselle la Poésie e Monsieur le Théâtre finchè vinta da tanto astio cercò tutti i mezzi per circuire Monsieur le Théâtre. E ce la fece...
Lo invitò nelle sale del suo palazzo. Quando Monsieur le Théâtre vedde la telecamera, ornamento ricorrente in tutte le stanze del palazzo, gli viense un improviso prurito ai coglioni e una voglia di buttarsi giù attraverso le scale. Ma the lady Television lo ammansì, lo fece accomodare su un sofà, gli recò un gin tonic, probabilmente anche qualcos'altro di più intrigante. Comunque ce la fece a concupirlo, ma la loro storia fu breve fu fugace perché the lady Television si innamorò invece del fratellastro di Monsieur le Théâtre, tale Garçon le Cabaret.
Da questo insano connubio tra Garçon le Cabaret e the lady Television nacquette una genia di piazzisti imbonitori barzellettieri, composita di maiale con il microfono e opinionisti della mia fava...
E Mademoiselle la Poésie era sempre più tragicamente desolata nelle sale austere della sua residenza. Ogni tanto qualche viandante infreddolito la riconosceva alzava la testa e la salutava "Bonjour Mademoiselle", Mademoiselle sorrideva, ma guardava nel cielo delle nuvole nere rincorse da un gelido vento di rovaio e sognava per sè e per i pochi amici rimasti in una tempesta FORTE, ma FORTE che disperdesse questo indicibile caravan serraglio.
(cit. Monni)

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