domenica 22 febbraio 2015

Parlare

Carmine Schiavone, ex boss del clan camorristico dei casalesi, cugino di Francesco Schiavone detto Sandokan, nel maggio 1993 si pente, facendo sequestrare beni del clan per 2.500 miliardi. Dalle sue dichiarazioni nasce il maxi-processo “Spartacus”, perlopiù ignorato dai media nazionali.
Il 7 ottobre 1996, sentito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti confondendosi, chiama la cassa comune dei casalesi «cassa dello Stato».
Presidente della Commissione, Massimo Scalia: «Vuol dire le casse del clan?».
Schiavone: «È lo stesso, più o meno».
Presidente: «Perché dice che è lo stesso?».
Schiavone: «Era un clan di Stato».
Presidente: «Il vostro Stato!».
Schiavone: «La mafia e la camorra non potevano esistere se non era lo Stato… Se le istituzioni non avessero voluto l’esistenza del clan, questo avrebbe forse potuto esistere?».

Carmine Schiavone è deceduto oggi, 22 febbraio 2015.

Affinché la corruzione e la violenza spariscano dalla nostra quotidianità, dalle nostre terre e dai nostri cuori fondamentale è PARLARE. Altrimenti omertà e silenzio firmeranno la nostra condanna.

lunedì 24 marzo 2014

Notti

Poi passi notti agitate, insonni, confuse, e non sai perché. Ti alzi: puoi solo bere. E allora assumi litri d'acqua, come fosse la soluzione a tutto.

Troppi avvenimenti, troppi pensieri, troppe incombenze e il cuore si fa tumultuoso, ansioso, inarrestabile... prova a fermarlo se ci riesci! Eppure è tuo, fa parte di te, dovresti riuscire a trovare un modo per chetarlo.

Almeno temporaneamente. Per dormire un po'...

lunedì 10 marzo 2014

Sogni

Vi racconto il mio sogno.

Quando ero piccola adoravo Ariel.
Per un compleanno mi regalarono la barbie! Aveva le pinne, ma sognava le gambe. Io potevo toglierle quel vestito scomodo e di colpo potevo farla camminare.
Mi bastava immaginarmi come la Sirenetta ed ero felice.

"Ma un giorno anch'io, se mai potrò, esplorerò la riva lassù!
Guarda e vedrai che il sogno mio si avvererà!"

Non so perché, ma sentivo mia quella canzone. Sentivo che quello non era il mio posto.
C'era dell'altro.

Poi, cresciuta, ho scoperto Satine e il Moulin Rouge.
"One day I'll fly away! Leave all this to yesterday!
Why live life from dream to dream? And dread the day when dreaming ends?"

È una costante e non ci avevo mai fatto caso.
Ora manca poco. Credo.
Forse, come Ariel, metterò su due gambe da urlo. Forse potrò respirare ossigeno.
La paura si affaccia.
Non mollare.


E se anche non ve ne frega un cazzo, è la storia più importante della mia vita.

sabato 11 gennaio 2014

Il buio dentro

Venerdì verso le 20,00 siamo andate a uno spettacolo che si svolgeva al maschile. Erano giorni che si aspettava questo momento, non tanto per lo spettacolo ma perché per noi rappresentava un'occasione per avere la sensazione di evadere con la fantasia fuori da qui. Tutto bene, ero accanto alla mia compagna di cella Betti, lei è una DOC, non per altro veniamo entrambe dalle valli aretine. Anche se tra noi due ci corrono dieci anni di età (è lei la più vecchia!), abbiamo molte cose in comune. In primis i figli, la cosa più importante, poi via via divertimenti e conoscenze. Abbiamo instaurato un buon rapporto, mi ci voleva proprio una come lei per oltrepassare questa soglia che la vita ci ha destinato.
Ritorniamo a quella sera. Eravamo così contente, si ballava, da sedute ovviamente, ci si abbracciava e ogni tanto ci scambiavamo opinioni sul modo di recitare dei detenuti mescolati ad altri attori esterni e sul pubblico venuto da fuori. Si era tutte euforiche e mentre noi ci godevamo lo spettacolo Claudia si stava impiccando. Siamo ritornate verso le 23,00 e nel giro di pochi minuti siamo rientrate ognuna nella propria cella mentre l'assistente le controllava partendo dalla 21. io e Betti siamo alla 17 e davanti alla 14 chiamò Zavataro!, Zavataro!, poi nulla, tutto un fuggi fuggi, tra assistenti maschi e assistenti femmine, poi arrivò Mario, l'infermiere. Guardando il riflesso delle immagini sui vetri delle finestre notammo le persone muoversi veloce nella cella di Claudia. Poi alcune ragazze cominciarono a gridare che Claudia si era impiccata, che era ancora viva, che forse… non si capiva nulla. Nonostante l'impossibile da parte dei soccorritori Claudia non ce l'aveva fatta. Tutte le nostre gioie di prima si sono trasformate in un dolore che non ha fatto dormire nessuno. Abbiamo riflettuto su tante cose, anche sullo spettacolo, che a Claudia sarebbe piaciuto tantissimo.
Claudia era madre di due bambini ai quali pensavano i nonni, ma a lei non pensava nessuno, neanche tramite pochi soldi per un pacchetto di sigarette o due righe su una lettera. Doveva chiedere a noi altre, che facciamo fatica ad andare avanti e siamo costrette a elemosinare.
Forse ogni vita ha il proprio senso, forse ci vuole una vita intera per riuscire a trovarlo. Non è facile uscire dai momenti di perdita totale del desiderio stesso di esistere, ma è proprio allora che bisogna tenere duro, perché questo momento di annientamento è provvisorio. Ecco perché dobbiamo imparare ad ascoltare quello che è nel cuore delle persone più di quello che hanno nella bocca. Sperando in un miracolo, in fondo succedono. Ci saltano addosso, ci danzano intorno battendoci le mani vicino alle orecchie, ci sorridono e ci fanno le boccacce come pagliacci, ma noi non li vediamo, preferiamo il mondo in bianco e nero a quello dell'immaginazione.

Gabriella, detenuta nel carcere di Sollicciano
da "Alice, la guardia e l'asino bianco"

mercoledì 20 novembre 2013

Il carcere

Il carcere ti lascia senza parole.
Il carcere è un mondo diverso, assurdo, capovolto. Dove la Giustizia che ti punisce per un reato non riesce però a garantire i tuoi diritti.
Il diritto all'Umanità.
Non c'è acqua calda nei bagni delle celle.
Dire che l'igiene è carente è scontato? E' dire poco.
La struttura di Sollicciano cade a pezzi: ci sono stracci per terra per raccogliere l'acqua che filtra dal soffitto, l'intonaco... vi lascio immaginare.
Dal lavapiedi nelle celle (no, non c'è un bidet!) sale maleodorante un puzzo di fogna e... boh, chissà che roba è.
Le luci non si spengono mai del tutto. Di notte un neon viola illumina i volti addormentati (?) dei detenuti, stretti in tre in una cella di 3x4 metri.
I muri bianchi, le luci al neon, l'unica e sola ora d'aria... e le collette delle associazioni di volontariato per comprare gli occhiali ai detenuti. E' inutile non scappi. Miope ci diventi.
D'estate, nella calura di Firenze, in una struttura completamente in cemento armato come è Sollicciano, non è concesso nemmeno un piccolo ventilatore. Neanche se a pagarlo sono i detenuti stessi.
E poi i soldi. Oh, i soldi!
Una tesserina per le telefonate (molto costose) è garantita a tutti: 5€ sono scalati automaticamente dal cc del detenuto. Bene, direste voi, almeno questo! Ma a volte capita che il detenuto non abbia nessuno da chiamare. Capita che in galera ci finiscono coloro che sono già ai margini della società. Bene, la tesserina è obbligatoria. 5€ obbligatori. Certo, puoi chiedere il rimborso. Il rimborso, capiamoci. In carcere. Va be'. Comunque, se perdi (o ti rubano) la tesserina ti scalano altri 8€ dal cc: ti fanno la multa.
5 e 8 euro. Che sarà mai. Uhm. A parte la crisi, ma quando uno è in carcere, sapete com'è, andare a lavoro non è così semplice. Sempre se viene concesso, è prerogativa di pochi.
In tutto questo se hai bisogno di qualcosa che il carcere non passa c'è la possibilità di far la spesa. Mica alla coop. Dentro il carcere. E la roba costa il triplo.

Un papiro, e parlo io che in carcere ci son stata 2 volte. Ma se riuscissero a parlare LORO...


"Stamani ho avuto questa camera di consiglio per chiedere i primi 45 giorni di liberazione anticipata, il tribunale di sorveglianza me li ha rigettati perché i carabinieri di Prato il 12 febbraio mi hanno denunciata, dicono che mentre ero agli arresti domiciliari ho fatto più di un'evasione, ma non sapevo che anche fuori dalla porta di casa, sul pianerottolo, fosse evasione."

Patrizia, da 'Alice nel paese delle domandine'


giovedì 19 settembre 2013

Pagina Bianca

Questa Pagina Bianca è come la neve.
Come fai a sapere se nasconde con il suo manto bianco un sasso contro il quale ti ferirai, una buca nella quale cascherai, una lastra ghiacciata che rallenterà il tuo percorso o un fiore che lo addolcirà?
Non si può aspettare che l'inverno finisca, prendi la penna e scava nella neve.
(Pajalich Viola)

La Pagina Bianca mette in crisi chiunque.
Anche l'artista navigato ha passato un momento in cui quella Pagina Bianca è stata il suo cavillo. E nuovamente lo sarà.
L'invito è a considerare la nostra vita come quella Pagina Bianca, un'enorme incognita. Aspetta solo che scaviamo, che prendiamo la nostra penna.
Che imprimiamo la nostra presenza.

mercoledì 10 aprile 2013

Piangere

"Giuseppe pianse quando gli si parlò così."

Dal libro della Genesi, l'episodio di Giuseppe,
che voi conoscete come "Il Re dei Sogni"

Il piangere e l'uomo non sono mai andati veramente d'accordo. Non è socialmente accettabile vedere piangere qualcuno in pubblico. Ci sconvolge. Destabilizza la situazione. Ci mette di fronte ad una realtà che non sappiamo bene come affrontare.
L'uomo è abituato fin da piccolo, oggi meno per fortuna, a non far trapelare la tristezza, a mostrarsi duro e forte. Guai se un uomo piangesse in pubblico! La donna, sì, forse le è più concesso piangere, fa parte di lei, della sua immagine e del suo ruolo. Ma non esageriamo, piangete con moderazione!
"Eh no, piagnone non ne vogliamo!"
E invece il pianto fa parte di noi, così come il sorriso e la risata (e anche qui ci vorrebbe un manuale, 'ché oggi non siamo nemmeno più capaci di ridere. Stiamo diventando insensibili alle emozioni fondamentali? Siamo capaci di provare solo frustrazione? Nemmeno la rabbia è più accettata, 'ché se no sei uno squilibrato!).
Avere un cuore aperto, grande, ci espone al pianto e ci rende la vita più difficile. Già, perché chi sa piangere non vuole apparire infallibile. Chi piange è vivo! Piangere è sentirsi fragili, tanto che chi ti è accanto ha paura a consolarti.
"Oddio, se ti abbraccio potresti franarmi tra le mani!"

Ritroviamo la bellezza di piangere, di essere uomini e donne sensibili. Uomini e donne dal cuore grande, aperto e impavido! Sì, impavido! Piangere è essere impavidi oggi! Non abbiamo paura di mostrarci piccoli di fronte agli occhi degli altri! Gli altri sono fatti esattamente come noi, e se non fanno vedere a nessuno che piangono, qualche goccia salata uscirà dal profondo del loro cuore...

domenica 31 marzo 2013

Pasqua

Per la prima volta il falegname Gesù è dalla parte del legno.
Conosce il rumore del martello sui chiodi, ma non il tonfo sordo e straziante della carne.

Ora siamo alla fine, ogni respiro è una frustata…
 ...pensano che quel silenzio sia la fine e invece no.
Quel silenzio è quello prima della tempesta, è il silenzio che procede l'esplosione!
L'amore non può stare a dormire, a marcire in un sepolcro!
L'Amore, quello di Gesù, lo farà esplodere…

...e sarà Pasqua!



lunedì 25 marzo 2013

Crollo

Quando la terra crolla sotto i miei piedi,
non posso far altro che rifugiarmi nel profondo del mare.


(image by Gumitien; http://www.youtube.com/user/Gumitien)

giovedì 21 febbraio 2013

La Luna

Un giorno all'improvviso 
la luna si stancò 
di guardare il mondo di lassù; 
prese una cometa, 
il volto si velò 
e fino in fondo al cielo camminò. 
E sorpresa fu
che la bianca distesa 
non fosse neve. 
Eran solo sassi 
e i piedi si ferì, 
piangendo di nascosto lei fuggì. 
Affrontare il mondo a piedi nudi 
non si può 
e dall'alto a spiarlo lei restò. 
E sorpresa non è più 
che la bianca distesa 
non sia neve.



lunedì 4 febbraio 2013

La televisione

"Trovo che la televisione sia molto educativa.
Ogni volta che qualcuno l'accende, vado in un'altra stanza e leggo un libro."
(Groucho Marx).


mercoledì 16 gennaio 2013

Inquietudine


Non amo molto scrivere, penso si sia capito. Preferisco più parlare, o guardare. Capire e farmi capire, così. Ma ogni tanto ci vuole e allora farò uno sforzo.

Se ognuno di noi si guarda dentro (e lo dico per me che, probabilmente sola, leggerò questo post), sa bene che il suo cuore è inquieto, che qualcosa manca, che qualcosa egli desidera, che la Felicità egli brama. Non parlo di contentezza, quella vola via in un attimo. Parlo di Felicità. Non l'iPhone, non il successo al lavoro, non l'assunzione al lavoro così tanto bramato, non il riuscire ad andar via di casa, non il trovare semplicemente qualcuno che stia con me e che mi voglia bene. La Felicità.
Qual è la tua Felicità?
Qual è la tua Verità?
Che il vostro cuore sia inquieto, che vada nel profondo, che non si fermi alla mera contentezza di un attimo. Siate avidi e desiderosi di Felicità.
Che il vostro cuore sia inquieto. E che lo sia il mio.

domenica 13 gennaio 2013

Ciao nonna...


Qui abbiamo 60 anni di vita insieme, 8 figli, 15 nipoti e 4 bisnipoti. Per ora...

E poi c'è chi non crede al Matrimonio.



lunedì 24 dicembre 2012

Buon Natale a te...


Buon Natale a tutti!
A te che lo senti vicino perché come Lui abiti la periferia della storia, hai trovato porte chiuse e mastichi solitudine ogni giorno...
A te che hai smesso di mangiare pur di avere qualcuno che si accorga di te...
A te che stai cercando di fare un passo verso di Lui e non riesci a vedere che Lui ne ha fatti cento verso di te...
A te che dopo tanti anni farai il Natale senza il tuo amato marito...
A te che dopo tanta solitudine hai trovato l'amore...
A te che ogni giorno ti chiedi come hai fatto a non capire cosa stava accadendo a tuo figlio...
A te che ancora non trovi la forza per guarire...
A te che stai rivoluzionando la tua vita e provi a fidarti fino in fondo della Sua Parola...
A te che sei sprofondato nel silenzio e, dopo che tua moglie ti ha abbandonato, affoghi il tuo dolore nell'alcol...
A te che finalmente stringi tra le braccia un figlio tanto amato, desiderato ed atteso...
Auguri a te, a te che hai atteso e invocato la venuta del Signore in questi giorni...
E auguri anche a te che da tutto questo non ti lasci nemmeno sfiorare: forse ancora non lo sai, ma per TE, Dio si è fatto uomo.
[Don Roberto Seregni]



domenica 25 novembre 2012

sabato 24 novembre 2012

Compass

He was my North, my South, my East and West,
My working week and my Sunday rest,
My noon, my midnight, my talk, my song;
I thought that love would last for ever: I was wrong.

Stop all the clocks, cut off the telephone, W. H. Auden


Giovinezza


Human Rights


martedì 20 novembre 2012

Vivere la vita


Vivere la vita è una cosa veramente grossa!
C’è tutto il mondo tra la culla e la fossa 
Sei partito da un piccolo porto 
Dove la sete era tanta e il fiasco era corto 
E adesso vivi…
Perché non avrai niente di meglio da fare 
finché non sarai morto!
La vita è la più grande ubriacatura,
Mentre stai bevendo intorno a te tutto gira 
E incontri un sacco di gente!
Ma quando passerà non ti ricorderai più niente...
Ma non avere paura, qualcun’altro si ricorderà di te
Ma la questione è: perché??? 
Perché ha qualcosa che gli hai regalato,
Oppure avevi un debito e non l’hai pagato??? 
Non c’è cosa peggiore del talento sprecato!
Non c’è cosa più triste di una padre che non ha amato… 

Vivere la vita è come fare un grosso girotondo:
C’è il momento di stare su e quello di cadere giù nel fondo, 
E allora avrai paura 
Perché a quella notte non eri pronto!
Al mattino ti rialzerai sulle tue gambe 
E sarai l’uomo più forte del mondo!
Lei si truccava forte per nascondere un dolore, 
Lui si infilava le dita in gola per vedere se veramente aveva un cuore, 
Poi quello che non aveva fatto la società l’ha fatto l’amore
Guardali adesso come camminano leggeri senza un cognome… 

Puoi cambiare camicia se ne hai voglia 
E se hai fiducia puoi cambiare scarpe, 
Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada
E cambiando strada puoi cambiare idee,
E con le idee puoi cambiare il mondo! 
Ma il mondo non cambia spesso,
Allora la tua vera Rivoluzione sarà cambiare te stesso!
Eccoti sulla tua barchetta di giornale che sfidi le onde della radiotelevisione!
Eccoti lungo la statale che dai un bel pugno a uno sfruttatore!
Eccoti nel tuo monolocale che scrivi una canzone!
Eccoti in guerra nel deserto che stai per disertare!
E ora eccoti sul letto che non ti vuoi più alzare 
E ti lamenti dei Governi e della crisi generale… 

Posso dirti una cosa da bambino??? 
Esci di casa! Sorridi!
Respira forte!!! 
Sei vivo!! Cretino...
Mannarino Alessandro

giovedì 15 novembre 2012

Il mondo


Sai cosa c'è che non va in questo mondo?
Tutti vogliono una soluzione magica ai loro problemi, ma si rifiutano di credere alla Magia.


(cit. il Cappellaio Matto)



venerdì 26 ottobre 2012

Triste

Triste è vedere che non riesco a farvi capire cosa provo.
E vorrei farvi conoscere la mia gioia.
Non posso tacere.

lunedì 15 ottobre 2012

Tu

Pensieri che vanno.
Il tuo sorriso... le tue mani.
Il tuo bacio che mi accarezza.
Tu.