Vi racconto il mio
sogno.
Quando ero piccola
adoravo Ariel.
Per un compleanno mi regalarono la barbie! Aveva le pinne, ma
sognava le gambe. Io potevo toglierle
quel vestito scomodo e di colpo potevo farla camminare.
Mi bastava immaginarmi
come la Sirenetta ed ero felice.
"Ma un giorno
anch'io, se mai potrò, esplorerò la riva lassù!
Guarda e vedrai che il sogno
mio si avvererà!"
Non so perché, ma
sentivo mia quella canzone. Sentivo che quello non era il mio posto.
C'era
dell'altro.
Poi, cresciuta, ho
scoperto Satine e il Moulin Rouge.
"One day I'll
fly away! Leave all this to yesterday!
Why live life from dream to dream? And
dread the day when dreaming ends?"
È una costante e non
ci avevo mai fatto caso.
Ora manca poco.
Credo.
Forse, come Ariel,
metterò su due gambe da urlo. Forse potrò respirare ossigeno.
La paura si
affaccia.
Non mollare.
E se anche non ve ne
frega un cazzo, è la storia più importante della mia vita.