venerdì 26 ottobre 2012

Triste

Triste è vedere che non riesco a farvi capire cosa provo.
E vorrei farvi conoscere la mia gioia.
Non posso tacere.

lunedì 15 ottobre 2012

Tu

Pensieri che vanno.
Il tuo sorriso... le tue mani.
Il tuo bacio che mi accarezza.
Tu.

venerdì 12 ottobre 2012

Lili

Mi ero appena trasferito in una casetta carina, a ridosso della spiaggia, molto silenziosa. Ero proprio felice.
Il primo mattino che passai nella mia nuova casa ero sereno e, prestissimo, corsi fuori a respirare l'aria frizzante e contemplare il panorama.
Mi accorsi di non essere solo. Sulla spiaggia vidi uno sconosciuto: un uomo molto vecchio avvolto in uno scuro mantello che teneva in mano un nodoso bastone. Camminava sicuro, finché arrivò dove la sabbia era liscia e pulita, appena lambita dalle onde. Là fece una cosa strana: si tolse il mantello e con il bastone cominciò a tracciare delle linee sulla sabbia. Ogni tanto si allontanava un poco, piegandosi all'indietro per osservare l'effetto del suo disegno. Dall'alto, dov'ero, vidi che era un giglio, lo stupendo disegno di un giglio.
Per il resto della giornata non pensai più al vecchio e al suo disegno, ma verso sera guardai alla spiaggia. Il fiore era scomparso. Le onde del mare avevano cancellato il delicato fiore di giglio.
E così tutti i giorni il vecchio faceva il suo disegno e, puntualmente, la sera il giglio spariva mangiato dalle onde voraci del mare. Punto dalla curiosità, chiesi in paese se qualcuno lo conoscesse e scoprii che si chiamava Sebastiano, abitava presso il vecchio faro e girava per i paesi vicini facendo il calderaio e l'arrotino. La gente lo apprezzava molto.
Mi abituai a vedere Sebastiano disegnare gigli, uno ogni mattina, sulla spiaggia sotto casa mia.
Ma un mattino... Sebastiano aveva appena finito il giglio e, invece di risalire come faceva sempre, cominciò ad avanzare nel mare. Lente, le onde gli lambivano la cintola, quando improvvisamente il vecchio vacillò e si accasciò nell'acqua. Corsi giù il più veloce possibile e lo tirai fuori dall'acqua. Respirava appena.
Aprì gli occhi e guardò il disegno del fiore.
Io lo avevo calpestato un po' e faticosamente Sebastiano allungò un braccio per rifare qualche linea. Alzò gli occhi verso di me e disse: "Lasciatemi partire, lasciatemi andare dalla mia Lili". Poi morì.
Ebbi subito l'idea di riportare il suo corpo alla famiglia, ma nella casupola dove abitava, vicino al vecchio faro, trovai solo una foto ingiallita di una graziosissima ragazza e un documento sgualcito, dove scritto trovai il nome completo di Sebastiano Valiente, nato ad Altatorre, nella grande isola al di là del mare.
Arrivai ad Altatorre il giorno dopo e quando il borgomastro seppe che riportavo il corpo di Sebastiano per seppellirlo mi accolse benevolmente e mi accompagnò in una vecchia strada che portava al mare. Mi disse: "Sebastiano fu uno dei capi più ardenti della ribellione contro il nostro tiranno e quando costui stroncò la rivolta, mandò in esilio Sebastiano e gli fece giurare che non sarebbe mai più tornato in patria. La sua partenza uccise la sua Lili".
Arrivammo al mare. Vicino all'acqua, lambita dalle onde, c'era una tomba, corrosa dalla salsedine e dal tempo. Il borgomastro continuò: "Lui avrebbe voluto essere sepolto qui accanto a lei". Avvicinandomi mi accorsi che la tomba sembrava poggiare su un cuscino di meravigliosi fragranti gigli fioriti. Il borgomastro vide che fissavo i fiori e disse: "E' strano. Non ci sono altri gigli sull'isola, ma questi sono sempre qui, fioriti, solo per Lili, come se ogni giorno li portasse il mare".

Da Bruno Ferrero